Dal greco ἀ privativo e βλέϕαρον “palpebra” Patologia che consiste nella mancanza completa o parziale delle palpebre.
O processo accomodativo, è il meccanismo che consente la visione nitida di oggetti posti a distanza ravvicinata. Attuato attraverso la contrazione del cristallino tramite il muscolo ciliare, che comprimendolo diventa più convesso. Permette quindi di creare sulla retina immagini a fuoco di oggetti posti a distanza prossimale. Nell’uomo attorno ai 40-45 anni di età, la capacità accomodativa […]
Assenza del foro pupillare per assenza congenita dell’iride o in seguito a lesioni dell’occhio.
O cecità ai colori, è l’incapacità di percepire qualunque colore, diversamente dal daltonismo, in cui i colori sono percepiti in modo alterato rispetto al normale. Raro difetto ereditario, presente fin dalla nascita, non è degenerativo.
L’acuità visiva o visus rappresenta l’unità di misura di quanto si vede, ossia con quale livello di definizione l’occhio è in grado di vedere i più fini particolari di un oggetto. Per valutare l’acuità visiva si usano lettere e simboli a grandezza scalare, chiamati ottotipi. Nelle persone emmetropi l’acuità visiva raggiunge il valore massimo di 10-11/10. L’acuità […]
E’ l’assenza del cristallino, cioè la lente interna dell’occhio, che si può originare da traumi o interventi chirurgici. Questa patologia provoca ametropie che possono essere compensate con lente oftalmica positiva o con lente intraoculare chiamata anche cristallino artificiale.
Dal greco amaurosis, accecamento Indebolimento o perdita totale della ricettività alla luce e, in definitiva, della vista. Può essere transitoria oppure permanente.
Dal greco “amblyos” pigro e “ops” visione. E’ quella condizione in cui la funzione visiva di un occhio è ridotta o assente. In oftalmologia l’ambliopia è comunemente chiamata occhio pigro. Si definisce ambliopia quando uno dei due occhi ha un deficit di visus di almeno 3/10 del controlaterale. astigmatismo e ipermetropia, se non corretti […]
Dal greco: α, privativo, μετρον, misura, ωψ, occhio E’ un’anomalia causata da un difetto visivo dell’occhio, con accomodazione completamente rilassata, per cui i raggi paralleli provenienti da oggetti lontani non vanno a fuoco direttamente sulla retina. Esistono tre tipi di ametropia: miopia, ipermetropia e astigmatismo.
Involontario e veloce abbassamento e sollevamento delle palpebre. In seguito a questa manovra il secreto lacrimale inumidisce le congiuntive.
E’ un test molto semplice e veloce di autodiagnosi per riconoscere precocemente una degenerazione maculare, o metamorfopsia correlata all’età. Il test della griglia di Amsler può aiutare a identificare sul nascere questa malattia sin dall’inizio quando le possibilità di guarigione sono ancora molto elevate. Il test va eseguito monocularmente in modo da identificare i sintomi visivi […]
Mancanza dell’iride per assenza congenita o in seguito a lesioni dell’occhio, e quindi privazione del foro pupillare.
E’ una differenza nelle dimensioni del diametro delle due pupille. Può avvenire sia a riposo che in seguito ad una stimolazione. E’ dovuta a una lesione, a un’irritazione degli organi che regolano la mobilità pupillare o all’assunzione di farmaci. La condizione in cui le pupille hanno uguale diametro si chiama isocoria.
Dal greco “A-iso-métron-opos”, non uguale misura degli occhi. E’ la condizione in cui i due occhi presentano una differenza di difetto refrattivo. Quando la differenza è minima l’anisometropia si compensa con le tradizionali lenti da occhiali; nel caso in cui superi determinati valori, generalmente oltre le 3 diottrie, è necessario ricorrere a lenti a contatto. La visione binoculare può risultare […]
Strumento utilizzato per lo studio della percezione dei colori. E’ un tubo con tre fessure attraverso cui passano una luce gialla, una verde e una rossa. Lo scopo è bilanciare le tre luci, variandone l’intensità. Il test consente di individuare i difetti del senso cromatico attinenti alla visione del rosso e del verde.
Può essere diviso in una porzione secretoria del film lacrimale ed una escretoria che ne consente il deflusso. La componente secretoria è costituita dalla ghiandola lacrimale principale che secerne lo strato acquoso, e dalle ghiandole lacrimali accessorie che secernono lo strato mucoso e lipidico. L’apparato escretore è costituito dai puntini lacrimali, canalicoli lacrimali, sacco lacrimale […]
Con questo termine si intendono tutte quelle situazioni come: affaticamento visivo, difficoltà di messa a fuoco, pesantezza agli occhi, bruciore, lacrimazione, secchezza corneale, mal di testa. E’ frequente tra i ragazzi con ipermetropie e gli addetti ai videoterminali. Lenti oftalmiche con caratteristiche mirate possono ridurre il problema e dare sollievo.
Dal greco “A-stigma”, senza punto. E’ quel difetto della vista che si verifica quando la superficie della cornea non è sferica ma ha una forma ovoidale. In pratica la forma della cornea assomiglia più a un pallone da rugby piuttosto che ad un pallone da calcio. Quindi la cornea ha un meridiano più curvo e […]
E’ un alcaloide estratto dalla belladonna, pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Solanacee. In oftalmica si usa per provocare midriasi e paralisi dell’accomodazione e per la preparazione all’esame del fundus oculare. L’epiteto specifico “Belladonna” si riferisce al periodo rinascimentale, quando le dame usavano questa pianta per mettere in risalto gli occhi grazie alle capacità dilatative della […]
Sono cellule fotosensibili della retina, o fotorecettori. In ogni occhio sono presenti circa 120 milioni di bastoncelli, che consentono la visione scotopica, cioè in condizioni di scarsa luminosità, ma non la percezione cromatica che è garantita dai fotorecettori chiamati coni.
Dal greco blépharon, palpebra Infiammazione del margine della palpebra che può essere provocata da numerosi fattori. Può estendersi anche alle zone vicine, quali cute e congiuntiva.
Il bulbo oculare pesa circa 7 grammi ed ha forma sferoidale. E’ formato da tre membrane sovrapposte: la più esterna è la tunica fibrosa composta dalla parte trasparente, la cornea, e dalla sclera di colore bianco; a questa seguono più internamente la tonaca vascolare e la tonaca nervosa o retina. Al suo interno si evidenziano tre […]
E’ un’infiammazione cronica delle ghiandole sebacee di Meibomio situate nella palpebra. La causa è dovuta dell’ostruzione del dotto escretore della stessa. Si presenta come un rigonfiamento all’interno o sul bordo della palpebra e generalmente è indolore. Il calazio è altresì noto con l’espressione di ciste di Meibomio, proprio per indicare il bersaglio dell’infezione, le ghiandole di […]
Misura del campo visivo effettuata con un apposito strumento di precisione, detto campimetro, per la valutazione dello stato della retina e dell’integrità delle vie nervose. L’esame del campo visivo fornisce la rappresentazione grafica della porzione di spazio che un occhio che fissa un punto riesce a percepire.
E’ tutta l’area percepita dall’occhio quando si fissa un punto o da entrambi gli occhi quando si parla campo visivo binoculare. L’ampiezza del campo varia a seconda della luminosità ambientale, avendo così un campo visivo fotopico, scotopico o mesopico.
Dal latino caruncŭla, diminutivo di caro = carne O caroncola, è una piccola escrescenza carnosa situata nell’angolo interno dell’occhio, fra le due palpebre, che contiene ghiandole sebacee e sudoripare specifiche
Consiste nell’opacità parziale o totale del cristallino, che progressivamente perde la sua trasparenza. E’ un fenomeno che interessa soprattutto le persone in età avanzata, ma non è rara anche la presenza di cataratte congenite o causate da traumi. I sintomi più comuni sono l’abbassamento graduale della visione, la percezione di immagini sdoppiate o la presenza di aloni […]
Assenza del potere visivo che può essere congenita o acquisita. Può anche essere definitiva, temporanea, assoluta, o relativa a seconda del tipo di lesione che distingue l’atto visivo: senso luminoso, senso cromatico, percezione spaziale.
Infiammazione della cornea, la parte anteriore trasparente dell’occhio. Esistono numerosi tipi di cheratite, tutti caratterizzati da dolore, iperemia, epifora, fotofobia e sensazione di corpo estraneo.
Infiammazione della cornea e della congiuntiva. L’infiammazione della sola cornea si chiama cheratite, l’infiammazione della sola congiuntiva si chiama congiuntivite.
E’ una deformazione conica e graduale della curvatura della cornea che generalmente colpisce entrambi gli occhi. Riduce notevolmente l’acuità visiva quando la cornea comincia ad assottigliarsi e ad incurvarsi progressivamente verso l’esterno. Può portare alla perforazione della cornea. La terapia si basa sull’uso di miotici e sull’applicazione di lenti a contatto. Nelle forme gravi si ricorre alla via […]
Esame atto a misurare la curvatura della cornea e quindi il grado di astigmatismo della superficie anteriore della cornea. Mediante un cheratometro si proiettano sulla superficie corneale mire luminose di diverso colore che consentono di misurare il raggio di curvatura della cornea stessa. Attualmente questa misurazione viene eseguita con cheratometri computerizzati che offrono garanzie di precisione.
Dal greco χίασμα, “incrocio” E’ quella zona del cervello dove si assiste ad un parziale incrocio dei nervi ottici. Le fibre mediali, provenienti dalla parte mediale della retina e che raccolgono le immagini della metà laterale del campo visivo, si incrociano con quelle del lato opposto: esse, insieme alle fibre della metà laterale del nervo ottico del […]
Diverse sono le tecniche per la chirurgia refrattiva e sono rivolte a chi rifiuta per motivi psicologici o pratici l’uso delle soluzioni ottiche. Lo strumento laser è in grado di rimodellare il profilo della cornea e quindi riportare la messa a fuoco delle immagini sulla retina. Attualmente la correzione della ipermetropia viene prevalentemente effettuata con il […]
Diverse sono le tecniche per la chirurgia refrattiva e sono rivolte a chi rifiuta per motivi psicologici o pratici l’uso delle soluzioni ottiche. Lo strumento laser è in grado di rimodellare il profilo della cornea e quindi riportare la messa a fuoco delle immagini sulla retina. Attualmente la correzione della miopia viene prevalentemente effettuata con […]
Dal greco “blepharis”, ciglia Sono i peli setosi che crescono sul margine delle palpebre, in maniera più folta sul lembo superiore. Proteggono gli occhi dalle impurità e, essendo sensibili al tocco, quando un oggetto si avvicina all’occhio, le palpebre si chiudono per riflesso.
E’ una membrana mucosa trasparente, che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre. Ha la funzione di proteggere il bulbo oculare, soprattutto la cornea (benché la sua faccia anteriore sia sprovvista del rivestimento congiuntivale), nonché di facilitare il suo scorrimento e di quello delle palpebre nelle fasi di ammiccamento, mediante il film lacrimale. […]
E’ l’infiammazione della congiuntiva. In genere è rappresentata da occhio rosso e secrezione giallo-verdastra che al mattino rende difficile l’apertura delle palpebre. Lacrimazione, gonfiore, bruciore e sensazione di sabbia negli occhi sono altri sintomi che caratterizzano le congiuntiviti. Possono essere infettive, allergiche o irritative.
Sono cellule fotosensibili della retina, o fotorecettori, localizzati principalmente nella fovea. In ogni occhio sono presenti circa 6 milioni di bastoncelli, che consentono la visione fotopica, cioè in condizioni di normale luminosità. Nell’uomo ne esistono tre tipi: sensibili al rosso, al verde e al blu; se attivati simultaneamente la luce percepita risulta essere bianca. Hanno la capacità di percepire rapidamente i […]
Rotazione degli occhi verso l’interno o, per meglio dire, verso il naso. Questa rotazione avviene soprattutto nella visione degli oggetti da vicino o molto vicino. La convergenza degli occhi stimola l’accomodazione.
Infiammazione che interessa la coroide e la retina dell’occhio. Si manifesta con un annebbiamento della vista e fotofobia.
La cornea è la porzione anteriore della tonaca fibrosa dell’occhio. La sua struttura trasparente, simile ad un vetro di orologio, ha uno spessore di circa mezzo millimetro ed è composta da cinque strati: epitelio, membrana di Bowman, stroma, membrana di Descemet ed endotelio. La cornea è sprovvista di vasi sanguigni e riceve il suo nutrimento dalle […]
E’ una membrana sottile, situata tra la sclera e la retina. E’ di color ruggine scuro per la gran quantità di pigmento e l’estrema ricchezza di vasi sanguigni che danno nutrimento al tessuto retinico. L’infiammazione di questa membrana si chiama coroidite.
E’ una infiammazione della coroide dell’occhio, conosciuta anche come uveite posteriore. Si manifesta con intorbidimento dell’umor vitreo, edema retinico, fosfeni e problemi nel distinguere forme e colori.
E’ costituito da un anello muscolare nella parte principale del suo corpo. Si proietta verso l’interno dell’occhio, ed è rivestito da un epitelio ripiegato su se stesso che forma delle creste, definite processi ciliari, sulle quali si inseriscono i legamenti sospensori, o fibre zonulari, del cristallino. È rivestito da cellule che secernono l’umor acqueo. La contrazione del […]
O umor vitreo, è una massa gelatinosa, trasparente ed incolore che riempie lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. Le sue funzioni sono principalmente: di sostegno e di protezione, in quanto fa da ammortizzatore in caso di urti. Alcune opacità del vitreo danno origine alle cosiddette “mosche volanti” o miodesopsie. Sono evidenti quando si osserva […]
Il cristallino è una lente trasparente di forma biconvessa, situata all’interno del bulbo oculare. Ha il compito specifico di far convergere le immagini sulla retina e metterle a fuoco nelle varie distanze. Quando il cristallino perde la sua naturale trasparenza opacizzandosi si parla di cataratta.
Appropriata percezione dei colori da parte dei fotorecettori retinici chiamati coni.
E’ una tecnica chirurgica, introdotta in Italia nel 2004, utilizzata per curare il cheratocono. Questa tecnica rafforza le fibre di collagene che costituiscono la cornea, impedendo così una riduzione della qualità visiva o, negli stadi più avanzati, la perforazione della cornea stessa.
E’ un’anomalia congenita, legata al cromosoma X. Questo disturbo consiste nell’incapacità di distinguere alcuni colori. Se non viene percepito il rosso, si parla di protanopia. Se invece non viene percepito il verde, si parla di deuteranopia. La mancanza totale di percezione cromatica è detta acromatopsia.
E’ una patologia che colpisce la zona centrale della retina, detta macula. La malattia è progressiva e può portare alla perdita completa ed irreversibile della visione centrale. Colpisce il 18-20% della popolazione di età superiore ai 50 anni. Solitamente aggredisce prima solo un occhio e in seguito può interessare anche l’altro. Si manifesta in modo subdolo: i primi […]
E’ l’unità di misura di una lente o di un sistema ottico, ovvero del potere rifrattivo di una lente. Si dice che una lente ha il potere di una diottria quando essa ha il suo fuoco a un metro di distanza. Un occhio normale può essere considerato come un sistema ottico di potere positivo per un valore complessivo di […]
Per diplopia si intende la visione doppia, in senso orizzontale o verticale, di uno stesso oggetto. Può essere transitoria o permanente. I due occhi percepiscono immagini da posizioni leggermente differenti, per cui non sono sovrapponibili. Quando sono troppo diverse la corteccia visiva non riesce ad integrarle e fonderle in un’unica immagine, per cui avremo uno sdoppiamento della […]
Difficoltà nel riconoscimento dei colori. È un’alterazione patologica riguardante la percezione di uno o più colori fondamentali: blu, verde, rosso.
E’ una pericolosa patologia dell’occhio che si verifica quando uno strato della retina si solleva trascinando con sé i propri vasi sanguigni. Può essere dovuta a traumi o ad una forte miopia. Il distacco provoca la perdita progressiva della vista, specie se la porzione di retina sollevata è quella centrale.
E’ un condotto membranoso che fa seguito al sacco lacrimale e decorre nella parete laterale delle fosse nasali. Sbocca nell’orifizio nasale del dotto nasolacrimale appena al di sotto della testa del turbinato inferiore.
Rotazione delle palpebre verso l’esterno dell’occhio. Questa patologia colpisce di solito la palpebre inferiore.
Dal greco: εν, con, μετρον, misura, ωψ, occhio Un occhio che non presenta difetti di rifrazione è detto emmetrope, in cui i raggi luminosi e paralleli provenienti da un punto oggetto posto all’infinito, rifrangono sul punto immagine della retina, chiamato fuoco retinico. In diverse condizioni comportanti un vizio di rifrazione, il fuoco cade posteriormente (ipermetropia) o anteriormente […]
O iposfagma, è dovuta al sanguinamento di piccoli vasi della congiuntiva, spesso causata da un trauma, un colpo di tosse, uno sforzo come sollevare un peso, ma anche per ipertensione arteriosa. Si presenta come un’innocua colorazione rossa che ricopre la sclera. Spesso il sangue si riassorbe dopo circa una settimana.
Posizione anomala del bulbo oculare verso l’interno, che vede la distanza tra il vertice della cornea e il contorno orbitario inferiore a 10 mm. Può evolversi in diplopia. La condizione opposta si chiama esoftalmo.
Rotazione delle palpebre verso l’interno dell’occhio. Questa patologia colpisce di solito la palpebra inferiore. Lo sfregamento della ciglia sulla cornea può portare a una cheratite.
Piega cutanea che può coprire l’angolo interno dell’occhio. Può anche non essere pronunciato e quindi assente. L’epicanto è tipico nella prima infanzia e scompare in età adulta.
Dal greco epiphérō, «porto in aggiunta» Consiste nello stravaso di lacrime dal sacco congiuntivale e la loro caduta sulla guancia. Perlopiù è dovuta ad una aumentata secrezione della ghiandola lacrimale o all’occlusione dei puntini lacrimali. La maggiore incidenza è in età avanzata.
O fundus oculi, esame diagnostico utilizzato per studiare le strutture interne al bulbo oculare: macula, fovea, vascolarizzazione, corpo vitreo, retina e nervo ottico. L’esame richiede quasi sempre la midriasi pupillare.
L’esoforia, o strabismo convergente latente, è la tendenza degli occhi a deviare verso l’interno. Nel soggetto esoforico, in condizioni di normale visione, gli occhi appaiono sempre perfettamente centrati sulla mira di fissazione. Solo quando viene interrotto lo stimolo fusionale, ponendo davanti a un occhio uno schermo e lasciando l’altro guardare la mira, l’occhio coperto non avendo più lo […]
Posizione anomala del bulbo oculare per protrusione oltre la rima palpebrale. Può essere diretto, quando l’occhio viene spinto in avanti, o indiretto, quando l’occhio viene spinto anche lateralmente. Tra i sintomi si evidenzia diplopia, alterazione del campo visivo ed ulcerazioni della cornea. La condizione opposta si chiama enoftalmo.
L’esotropia è una forma di strabismo tra i più comuni in cui la posizione degli occhi è in convergenza e cioè un occhio guarda diritto e l’altro guarda verso l’interno. In tale anomalia il movimento oculare non viene limitato e l’angolo di deviazione rimane immutato. La diagnosi precoce e il suo tempestivo trattamento rappresentano l’unica […]
Termine che si usa per indicare la differenza di colore dell’iride tra i due occhi o anche l’iride con più colori. In questo caso si parla di mosaicismo somatico. Il colore dell’iride è determinato dalla quantità di melanina presente, chela pigmenta. Se la quantità di pigmento è scarsa o nulla gli occhi sono blu, mentre […]
L’Exoforia o strabismo divergente latente, è la tendenza degli occhi a deviare verso l’esterno. Statisticamente più frequente nel genere femminile, è anche detto Strabismo di Venere. Nel soggetto exoforico, in condizioni di visione normale, gli occhi appaiono sempre perfettamente centrati sulla mira di fissazione. Soltanto quando viene interrotto lo stimolo fusionale (fondere in una sola […]
Per exotropia intendiamo un disallineamento costante di un occhio che devia verso l’esterno. Nella forma intermittente l’occhio gira occasionalmente all’esterno e prevalentemente da lontano. In circostanze normali gli occhi sono dritti e perfettamente allineati.
E’ una tecnica chirurgica che permette di rimuovere la cataratta. Per questo tipo di intervento viene utilizzato il facoemulsificatore, sonda ad ultrasuoni che frantuma il cristallino. Un sistema automatico di irrigazione ed aspirazione elimina i residui. L’intervento viene generalmente eseguito in anestesia topica, mediante instillazione di gocce.
E’ una pellicola fluida e trasparente che riveste la cornea, la superficie interna delle palpebre e la sclera. E’ composto da tre strati: proteico, acquoso e mucoso. Il suo compito è facilitare lo scorrimento della palpebra sulla superficie oculare e far giungere alla cornea sostanze nutritive, oltre alla protezione da polvere, batteri ed altro. Una scarsa produzione di film lacrimale causa disturbi quali […]
In anatomia, qualsiasi struttura a forma di arco. E’ il ripiegamento della congiuntiva, nel punto di passaggio dal rivestimento della superficie interna della palpebra al rivestimento del bulbo oculare.
Spazio che si crea nella pupilla e che divide la camera anteriore dalla camera posteriore.
E’ un disturbo visivo caratterizzato da visione di scintille di luce o puntini luminosi anche al buio. Il disturbo è molto diffuso in caso di emicrania. Può essere un segnale di allarme per l’inizio di un distacco di retina o umor vitreo. E’ consigliabile affrettarsi ad un controllo medico oculistico.
E’ un’eccessiva sensibilità alla luce solare e alla forte illuminazione artificiale. Il soggetto presenta un senso di insofferenza all’esposizione alla luce e, a volte, sintomi di dolore. Le malattie oculari che inducono fotofobia sono principalmente la congiuntivite, l’uveite e la cheratite.
Sono neuroni specializzati che si trovano sulla retina e che svolgono l’importante funzione di trasduzione. Queste cellule sono sensibili alla luce e in grado di trasformate il segnale luminoso ricevuto in segnale chimico e quindi elettrico che, condotto al nervo ottico, giunge fino al cervello nella zona deputata alla visione. Si distinguono due tipi di fotorecettori: […]
E’ una regione centrale della retina di massima acuità visiva. Si presenta come avvallamento di forma circolare, di circa 1,5 mm di diametro. Qui c’è la massima concentrazione dei fotorecettori chiamati coni, mentre sono del tutto assenti quelli chiamati bastoncelli.
In ottica, è il punto dove convergono tutti i raggi luminosi rifratti da una lente o riflessi, ad esempio, da uno specchio concavo. Il termine deriva probabilmente dal gioco che si fa con una lente di ingrandimento che fa convergere i raggi del sole in un punto su un pezzo di carta, incendiandola. Nell’occhio la cornea, […]
E’ la ghiandola che produce l’umore lacrimale che viene versato nella parte laterale del fornice congiuntivale superiore. L’umore lacrimale serve a mantenere costantemente umide la cornea e la congiuntiva.
Prendono nome dal medico tedesco del 1600 Heinrich Meibom. Sono ghiandole sebacee situate nella palpebra superiore ed inferiore, hanno la funzione di secernere lo strato lipidico del film lacrimale. Il loro numero è di oltre 50, posizionate in verticale l’una accanto all’altra. Riversano il loro secreto lungo la rima palpebrale. L’infiammazione di queste ghiandole può provocare l’insorgenza di calazi o di orzaioli.
Prendono nome dal medico oftalmologo tedesco del 1800 Eduard Zeis. Sono ghiandole sebacee situate al margine della palpebra e producono una sostanza oleosa. Queste ghiandole supportano l’azione delle ciglia. Riversano il loro secreto lungo la rima palpebrale. L’infiammazione di queste ghiandole può provocare l’insorgenza di orzaioli.
Il glaucoma è una malattia importante caratterizzata da un aumento della pressione all’interno dell’occhio dovuta ad un aumento di produzione dell’umor acqueo, il cui deflusso è ostacolato da processi patologici. Ne consegue che entra più liquido di quanto ne esca, provocando la compressione del nervo ottico e possibili lesioni irreversibili. Se non diagnosticato in tempo può […]
E’ una tecnica diagnostica che consente di esplorare l’angolo irido-corneale, sede dello scarico dell’umor acqueo. A tale scopo si utilizza il gonioscopio di Goldmann, una lente a forma di tronco di cono. Questa tecnica permette il monitoraggio di diverse condizioni oculari associate al glaucoma.
Movimento ritmico di midriasi e miosi delle pupille dovuto a contrazioni dello sfintere dell’iride.
Forma di strabismo verticale in cui un occhio devia verso l’alto. Spesso si associa a strabismi orizzontali.
Forma di strabismo verticale in cui un occhio devia verso il basso. Spesso si associa a strabismi orizzontali.
Dal greco “hypérmetropos”, che eccede la misura. E’ quella condizione visiva in cui la lunghezza dell’occhio è inferiore al normale. La visione ipermetropica è caratterizzata da una difficoltà nella visione da vicino, mentre è minore la difficoltà per il riconoscimento dell’immagine da lontano. Molto comune nei bambini già in età prescolare, si riduce solitamente con l’accrescimento di tutto l’organismo. […]
Emorragia che si verifica nella camera anteriore dell’occhio, per rottura dei vasi dell’iride o del corpo ciliare. Spesso è di origine traumatica.
O emorragia sottocongiuntivale, è dovuta al sanguinamento di piccoli vasi della congiuntiva, spesso causata da un trauma, un colpo di tosse, uno sforzo come sollevare un peso, ma anche per ipertensione arteriosa. Si presenta come un’innocua colorazione rossa che ricopre la sclera. Spesso il sangue si riassorbe dopo circa una settimana.
E’ una condizione di acutezza visiva molto limitata che può essere causata da vari fattori come una riduzione più o meno grave della funzione sensoriale che consegue ad un danno avvenuto a carico dell’apparato visivo. Può interessare non solo il bulbo oculare, ma anche i suoi annessi e le vie nervose che portano gli stimoli alla corteccia cerebrale.
E’ una membrana dell’occhio di colore variabile, compresa tra cornea e cristallino, perforata dalla pupilla. E’ costituita da uno strato piatto di fibre muscolari circolari, per mezzo delle quali la pupilla regola, dilatandosi o contraendosi, la quantità di luce che penetra nell’occhio. Quando il colore dell’iride è diverso tra i due occhi si parla di eterocromia.
E’ un’infiammazione che interessa contemporaneamente l’iride ed il corpo ciliare, conosciuta anche come uveite anteriore. Si può manifestare con la comparsa di dolore all’occhio colpito, intolleranza alla luce, lacrimazione, congestione dell’iride.
E’ l’uguaglianza nella dimensione del diametro delle due pupille. La diversa dimensione delle due pupille si chiama anisocoria.
Le lenti a contatto sono dispositivi medici in materiale plastico, a forma di piccola calotta trasparente, che vengono applicati sulla superficie corneale per la correzione dei vizi di rifrazione. La nascita della lente a contatto si fa risalire a Leonardo da Vinci nel 1508. Nel 1950 vengono costruite le prime lenti a contatto corneali rigide. Agli inizi […]
L’invenzione delle lenti bifocali si fa risalire a Benjamin Franklin che intorno al 1779 commissionò a degli ottici la realizzazione di questo nuovo tipo di lenti che potesse agevolare la visione nitida sia da lontano che da vicino. I primi modelli di bifocali erano lenti divise a metà dove, una volta assemblate, nella parte superiore della montatura si trovava la lente per […]
Per la correzione della ipermetropia con lenti oftalmiche esiste una vastissima gamma di lenti organiche con indici di refrazione che vanno da 1.50 a 1.76. L’indice di refrazione determina lo spessore al centro della lente: maggiore è il valore e minore sarà lo spessore della lente da assemblare nella montatura. Altro parametro da tenere in considerazione è il diametro […]
Per la correzione della miopia con lenti oftalmiche esiste una vastissima gamma di lenti organiche con indici di refrazione che vanno da 1.50 a 1.76. L’indice di refrazione determina lo spessore del bordo della lente: maggiore è il valore e minore sarà lo spessore della lente da assemblare nella montatura. Altro parametro da tenere in considerazione […]
Le lenti progressive sono l’evoluzione tecnologica delle lenti bifocali, rispetto alle quali consentono una visione eccellente a tutte le distanze, specie per quelle intermedie e prossimali. Non presentano l’antiestetica linea di separazione. Queste lenti si adattano alla correzione di tutte le ametropie, soprattutto quando si somma la presbiopia.
E’ la parte centrale della retina, predisposta alla visione distinta. E’ sensibile agli stimoli luminosi. In quest’area c’è la più elevata densità di fotorecettori, prevalentemente i coni. All’esame oftalmoscopico la macula si presenta come una macchia di forma ovale, di colore variabile dal giallo al biancastro. All’interno si evidenzia la fovea, area della massima visione puntuale.
Il sintomo caratteristico ed iniziale della degenerazione maculare è la percezione alterata e distorta delle immagini e la riduzione della brillantezza dei colori. Tipica è la visione deformata delle linee diritte, può essere presente anche una riduzione graduale e progressiva della visione centrale. Si mette in evidenza effettuando l’Amsler test.
E’ la condizione fisiologica di dilatazione della pupilla dell’occhio anche quando l’illuminazione ambientale è scarsa. Può essere indotta artificialmente instillando farmaci midriatici come l’atropina. Nel periodo rinascimentale, le dame mettevano in risalto gli occhi grazie alle capacità dilatative della pupilla, usando una pianta delle Solanacee, detta appunto la belladonna. Il processo opposto alla midriasi, cioè la riduzione […]
Dal greco myōdes=’simile a mosche’ e òpsis=’visione’ Le miodesposie, o “mosche volanti” sono l’addensarsi di piccole masse dell’umor vitreo che crea una non perfetta trasparenza, proiettando delle ombre mobili sulla retina. Queste ombre vengono percepite come filamenti, punti, macchie, ragnatele o mosche volanti. Sono maggiormente percepibili quando si guarda una superficie uniformemente chiara o luminosa, come […]
Dal greco “myopos”, socchiudere gli occhi. E’ quella condizione visiva in cui la lunghezza dell’occhio è superiore al normale. La visione miopica è caratterizzata da una visione sfuocata degli oggetti lontani, mentre si vedono nitidi quelli posti a distanza ravvicinata. I principali fattori responsabili dell’insorgenza della miopia sono il fattore ereditario e il fattore ambientale. Molti […]
E’ la diminuzione del diametro della pupilla per contrazione del muscolo costrittore. La miosi è fisiologica quando la luce dell’ambiente è intensa. Può essere provocata artificialmente mediante instillazione di farmaci miotici, come la pilocarpina. Si ricorre a questi farmaci in caso di glaucoma. Il fenomeno contrario alla miosi, cioè l’ingrandimento del diametro pupillare, è detto midriasi.
I muscoli che, attaccati alla sclera, hanno la proprietà di muovere l’occhio sono sei, quattro chiamati retti e due chiamati obliqui. I muscoli retti sono: il superiore, l’inferiore, il mediale e il laterale. I muscoli obliqui sono: il superiore e l’inferiore.
E’ il muscolo dell’occhio che controlla l’accomodazione. E’ attaccato al cristallino, la sua funzione è mettere a fuoco sulla retina le immagini provenienti da tutte le distanze. Fa parte della tonaca vascolare del bulbo oculare, si ritrova adeso al corpo ciliare, da esso alcune fibre partono finendo sulla capsula del cristallino.
Il nervo ottico è il secondo di 12 paia di nervi cranici, costituito da fibre che prendono origine da cellule nervose della retina. E’ considerato come parte del sistema nervoso centrale; infatti, le fibre sono ricoperte dalla mielina ed è avvolto dalle meningi che ricoprono l’encefalo: dura madre, aracnoide, pia madre. Tecnicamente non è un nervo […]
Dal greco “νυσταγμός” (nystagmós), ossia sonnolenza, intesa come il ciondolio del capo Si riferisce a movimenti più o meno rapidi, oscillatori, ritmici e involontari dei bulbi oculari, sia in senso verticale, che orizzontale, che rotatorio. La sua registrazione, nistagmografia, permette di documentarlo qualitativamente e quantitativamente.
Dal greco “amblyos” pigro e “ops” visione. In oftalmologia è chiamata ambliopia. E’ quella condizione in cui la funzione visiva di un occhio è ridotta o assente. Si definisce ambliopia quando uno dei due occhi ha un deficit di visus di almeno 3/10 del controlaterale. Astigmatismo e ipermetropia, se non corretti adeguatamente e tempestivamente, […]
E’ un medico specializzato in Oftalmologia che si occupa di prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie dell’occhio e del sistema visivo, della correzione dei vizi refrattivi e di interventi chirurgici sul bulbo oculare e i suoi annessi. Sono di sua competenza lo studio dell’ipovisione e la gestione dei disturbi oculomotori di qualsiasi tipo. La disciplina di competenza […]
Infiammazione acuta che colpisce la rima delle palpebre, per suppurazione di una delle ghiandole sebacee annesse alle ciglia. Quando l’orzaiolo è esterno, è colpita una ghiandola di Zeis, quando è interno è colpita una ghiandola di Meibomio.
E’ composta da uno strato cutaneo, uno strato muscolare ed uno fibroso. C’è una palpebra superiore e una inferiore, entrambe con la funzione di proteggere il bulbo oculare, specie in caso di luce eccessiva e, soprattutto, dalla polvere. Esternamente sono coperte dalla cute ed internamente dalla congiuntiva. L’abbassamento anomalo di una o di entrambe le […]
E’ un alcaloide estratto dalla Pilocarpus jaborandi, pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Rutacee. In oftalmica si usa per provocare miosi per il controllo del glaucoma.
Dal greco “presbitero”, vecchio. Non è un’ametropia, ma un fenomeno naturale che colpisce tutti, dovuto alla continua perdita di elasticità del cristallino, che a causa dell’età viene a perdere progressivamente la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, come nella lettura, nel cucito e tutte le attività a livello prossimale. Solitamente si manifesta in […]
E’ una crescita anomala ed inspessimento della congiuntiva dell’occhio. Ha la tendenza a localizzarsi nella parte nasale della cornea. Il decorso è molto lento.
Condizione in cui una o entrambe le palpebre superiori sono abbassate rispetto alla norma. Il margine superiore della palpebra va a coprire parzialmente o, nei casi più gravi, totalmente la pupilla.
O punti lacrimali, sono due fessure ovali per ogni occhio, poste nelle palpebre, da cui si dipartono i dotti lacrimali. Se occlusi, determinano un blocco al deflusso del liquido lacrimale, provocando epifora.
La pupilla è il foro situato al centro dell’iride, di diametro variabile, che si restringe o si dilata per regolare l’entrata della luce all’interno del bulbo oculare. Quando la pupilla si restringe, per azione del muscolo costrittore dell’iride, si parla di miosi, quando la pupilla si dilata si parla di midriasi. La pupilla riduce il […]
E’ una sottile pellicola trasparente, spessa circa 0,4 mm, che riveste la parte interna dell’occhio. E’ formata da dieci strati di cellule nervose, neuroni a tutti gli effetti. Nella sua porzione non cieca, detta retina ottica, sono presenti coni e bastoncelli, che sono i fotorecettori deputati alla funzione visiva, perché contengono molecole di pigmento visivo specializzato per […]
Qualsiasi processo infiammatorio a carico della retina si chiama retinite. Per comprendere tutte le forme di retinite, si usa il termine di retinopatia.
Con il termine di retinopatia diabetica si intende quella patologia oculare che si riscontra nella gran maggioranza dei casi nei soggetti affetti da diabete, dove l’alta concentrazione di glucosio nel sangue, iperglicemia, danneggia i vasi sanguigni di tutto l’organismo e in particolar modo quelli di minor diametro, compresi i capillari della retina. Le complicanze oculari […]
E’ un piccolo serbatoio facente parte dell’apparato lacrimale, nel quale confluiscono le lacrime. E’ situato nella parte più alta del dotto nasolacrimale.
La sclera ha una funzione strutturale e protettiva: mantiene la forma del bulbo oculare, proteggendo al contempo le strutture in esso contenute. E’ il cosiddetto “bianco dell’occhio”. Si tratta di una membrana fibrosa non trasparente, su di essa si inseriscono i muscoli extraoculari e vi sono gli orefizi di entrata del nervo ottico e vascolari. La […]
È una zona cieca, attorno alla quale la percezione visiva è generalmente buona all’interno del campo visivo, generalmente dovuta a lesioni del tessuto nervoso. Tra l’altro esiste anche uno scotoma fisiologico: è la zona cieca di Mariotte, l’area corrispondente alla papilla del nervo ottico ossia al punto in cui quest’ultimo emerge dalla retina. Lo scotoma […]
Dal latino supercilium, sopracciglia Area arcuata ricoperta da piccoli peli, situata al di sopra dell’occhio che segue la forma delle arcate orbitali. La funzione principale è quella di impedire che liquidi quali il sudore o la pioggia arrivino nell’occhio. Per motivi estetici viene spesso sfoltito in linea armoniosa.
La stereopsi è la capacità percettiva che consente di sovrapporre le immagini provenienti dai due occhi. Il diverso posizionamento strutturale degli occhi origina una lieve disparità delle immagini. Questa disparità viene sfruttata dal cervello per trarre informazioni sulla profondità e sulla posizione dell’oggetto mirato, generando la visione tridimensionale.
Quando le immagini provenienti dai due occhi non cadono perfettamente nelle relative aree di competenza, ma rientrano comunque in un’area chiamata di Panum, si attiva lo stimolo fusionale che ricompone il processo di fusione delle immagini.
Per strabismo di solito si intende quella condizione per la quale gli assi visivi dei due occhi non sono ben allineati. E’ causato da un malfunzionamento dei muscoli oculari. Se un occhio devia verso il naso parliamo di strabismo convergente o ESOTROPIA; se un occhio devia verso la tempia parliamo di strabismo divergente o EXOTROPIA. Esistono […]
Può essere fatto in qualsiasi momento anche a casa o in ufficio. Poni la stampa della griglia a circa 30 cm. o alla tua distanza abituale di lettura. Se usi gli occhiale per leggere indossali, con il palmo della mano copri un occhio e con l’occhio scoperto fissa il puntino nero centrale se: ci sono linee […]
E’ un liquido salino trasparente, incolore, senza elementi morfologici, che riempie le due camere anteriori dell’occhio; contribuisce a dare volume al bulbo oculare. Viene prodotto per secrezione dall’epitelio dei processi ciliari. L’umor acqueo è uno dei mezzi refrattivi dell’occhio e contribuisce alla nutrizione degli elementi che bagna, particolarmente del cristallino e della cornea.
O corpo vitreo, è una massa gelatinosa, trasparente ed incolore che riempie lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. Le sue funzioni sono principalmente: di sostegno e di protezione, in quanto fa da ammortizzatore in caso di urti. Alcune opacità del vitreo danno origine alle cosiddette “mosche volanti” o miodesopsie. Sono evidenti quando si osserva […]
E’ la tonaca vascolare dell’occhio, uno strato pigmentato interposto tra la sclera e la retina. E’ divisa anatomicamente in tre porzioni: iride, corpo ciliare, coroide. L’infiammazione di questa membrana è chiamata uveite.
Processo infiammatorio a carico di parte o di tutta l’uvea. Se interessa la coroide, prenderà il nome di coroidite, se invece interessa iride e corpo ciliare, prenderà il nome di iridociclite. Si differenzia anche in uveite anteriore e uveite posteriore.
E’ la visione dovuta unicamente all’attività dei coni della retina. Per visione fotopica si intende quando il livello di illuminazione è normale come la luce del giorno. Permette di percepire e differenziare le tonalità cromatiche. Quando la luce è intermedia, come al tramonto, si parla di visione mesopica. Quando la luce è molto bassa, come di notte, […]
E’ la visione dovuta all’attività contemporanea dei bastoncelli e dei coni della retina. Per visione mesopica si intende quando il livello di illuminazione è intermedio come la luce del tramonto. Permette di percepire e differenziare le tonalità cromatiche con contrasto. Quando la luce è normale, come di giorno, si parla di visione fotopica. Quando la luce […]
E’ la visione dovuta unicamente all’attività dei bastoncelli della retina. Per visione scotopica si intende quando il livello di illuminazione è molto basso come la luce della notte. Permette di percepire e differenziare forti contrasti luminosi ma non le tonalità cromatiche. Quando la luce è normale, come di giorno, si parla di visione fotopica. Quando la […]
Il visus o acuità visiva rappresenta l’unità di misura di quanto si vede, ossia con quale livello di definizione l’occhio è in grado di vedere i più fini particolari di un oggetto. Per valutare l’acuità visiva si usano lettere e simboli a grandezza scalare, chiamati ottotipi. Nelle persone emmetropi l’acuità visiva raggiunge il valore massimo […]